La festa de La Crapiata si celebra a Matera nel mese di Agosto.
Si assapora il piatto tipico a base di legumi e cereali della zona.
La Crapiata materana: la sagra simbolo della cucina locale
La sagra della Crapiata di Matera è la festa dell’Estate.
Di solito si celebra tra la fine di Luglio e i primo giorno del mese di Agosto.
Nel momento in cui si è finito il raccolto e dopo le manifestazioni religiose dedicata alla Santissima Madonna della Bruna, Patrona della città.
Negli ultimi anni, viene svolta nel borgo in Periferia, chiamato La Martella il giorno 1 agosto.
La Festa
La simpatica festa della consiste nella preparazione di un piatto tipico dei Sassi a base di legumi e cereali accompagnata da concerti e musica popolare. All’epoca si festeggiava insieme il raccolto dell’anno, come buon auspicio per la stagione successiva.
Si dispongono stands vicini l’ uno con gli altri a formare una specie di cerchio.
All’interno degli stands ci sono tutte le pentole e gli attrezzi da cucina per preparare il famoso piatto tipico.
Grossi pentoloni e enormi cucchiai per girare il contenuto e farlo cuocere con molta calma, come vuole la tradizione.
Grano, avena, farro, orzo, miglio, ceci, fagioli, lenticchie e fave vengono mescolate con sedano, aglio, prezzemolo, cipolla e pomodorini freschi.
Preparazione della Crapiata di Matera
Il giorno prima si mettono a bagno.
In seguito il giorno dopo si fa amalgamare il tutto e cuocere bene in acqua a fuoco lento, con l’aggiunta di sale a piacere.
Fino alla sera il gustoso piatto è pronto per essere servito.
Si mangia accompagnato da pane abbrustolito, la tradizionale bruschetta e si mesce un ottimo vino primitivo, anch’esso tipico della zona.
Ci sono poi una serie di gruppi musicali che rievocano canti e balli tradizionali.
I canti sono in dialetto, pardon, in lingua esclusivamente materana.
Le danze sono svolte in costumi popolari caratteristici. Si balla e ci si diverte per tutta la notte, fino all’alba.
All’epoca difatti, il giorno della Crapiata corrispondeva alla fine della stagione lavorativa da parte dei contadini.
E nei quartieri dei Sassi si poteva fare baldoria e fare come si dice in gergo ‘Uacezza‘ fino a tardi, perché il mattino seguente non si andava a lavorare.
E’ un avvenimento tra quelli più rappresentativi della vita di un tempo, semplice e originale.
Si stava tutti insieme, si dimenticavano i dissapori e le cattiverie, era un momento gioviale e di vita vera.
Di vita comunitaria.
Origine del nome:
- Crampa;
- Crapia;
- Crapa;
- Crapula.
La Crampa deriva dalla parola greca Krambe, è corrisponde in greco alla pianta della colza, ma può significare anche baccello dei piselli, o fava o anche dei fagioli, o dei ceci.
La Crapia, invece, era un termine cosentino che significava tre piede in ferro dove si poggiavano pentole e padelle per cucinare.
Il termine ‘Crapa‘ in materano vuol dire Capra, più esattamente si dice la ‘Crèep‘, e voleva indicare il capretto cucinato la domenica successiva alla festa.
Infine, taluni sostengono che il termine ‘Crapiata‘ derivi dal latino Crapula, che vuol dire orge, forse a rievocare gli antichi riti ellenici nella Grecia antica.
Se ci tieni a conoscerla festeggiamole insieme, ci vediamo a La Martella!
In Basso il video di alcuni momenti delle passate edizioni.