Com’era la vita rupestre dentro gli eremi in roccia sulle colline della Murgia di Matera.
La Vita Rupestre
La vita Rupestre di Matera ha un’ origine molto antica.
I luoghi di culto sono dislocati lungo tutto il territorio dei Sassi e della Murgia materana fino ad arrivare alla vicina città di Montescaglioso a 20 km di distanza da Matera.
Tali Chiese sono affrescate dalle sapienti mani dei monaci eremiti che vi hanno abitato per secoli.
I Primi insediamenti
Alcune ipotesi parlano di monaci bizantini arrivarono in Italia spinti dai conflitti religiosi che imperversavano nelle loro terre.
Dall’Armenia, Siria, Cappadocia e dall’Asia Minore giunsero nella parte meridionale della penisola.
Gran parte risalendo dal Mar Ionio e dal golfo di Taranto, giunse nelle aree interne tra la Puglia e la Basilicata.
Gruppi di religiosi trovarono il loro habitat ideale nelle grotte della Murgia materana.
L’ Arte dello Scavo
Cominciarono a scavare la tenera roccia di tufo, ricavando i propri ambienti in cui vivere e pregare.
Abitazioni, celle per ritiri spirituali, asceteri, camere con letti ricavati nella calcarenite, cisterne e canali per la ricaptazione delle acque.
E ancora: monasteri sotterranei, affreschi con le raffigurazioni dei propri Santi, opere di ingegneria idraulica eccezionali.
Un patrimonio unico che ancora oggi è possibile visitare.
Ogni eremo o romitorio racchiude, nel suo interno, ancora oggi, la propria caratteristica stupefacente.
Un’ arte antichissima e unica nel ricavare il vuoto dal pieno, della pittura a fresco, e della ingegnosità dell’uomo per garantirsi la sopravvivenza.
Chi visita Matera non può fare a meno di visitare i luoghi di culto e di vita dei religiosi che qui hanno vissuto per secoli.
Il parco Murgia si sviluppa su 8000 ettari, dove l’uomo e la natura hanno dimostrato di poter vivere, più che mai, in simbiosi tra loro ottenendo dei risultati spettacolari.
E’ la zona ideale per chi desidera praticare speleologia, passeggiate archeologiche, trekking, walking, bike, e passeggiate all’aria aperta.
Note storiche sulle origini e l’attività rupestre nel territorio di Matera.
Centro di vita ascetica
La storia degli abitati religiosi disseminati lungo le scoscese sponde delle Gravine materane abbraccia un periodo che va dal VII al XVII secolo dopo Cristo.
Molti stili si susseguono e si intrecciano tra loro in questi ambienti, testimonianza arcaica della vita rupestre vissuta insieme tra uomo e natura.
Longobardi, Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini lasciano molteplici segni distintivi del loro passaggio.
Era il tempo in cui numerose comunità monastiche di rito orientale e di rito latino si insediavano in varie zone del sud Italia.
E’ proprio in questo aspro paesaggio erto di rupi e burroni, Matera diveniva il centro di quella vita religiosa e ascetica.
Anche per la sua posizione tra il ducato longobardo di Benevento e le altre province bizantine.
Un modo di concepire l’esistenza che ha caratterizzato per lungo tempo la città dei Sassi ed il Parco della Murgia.
Tali comunità monastiche provenivano da luoghi diversi e lontani tra loro, avevano caratteristiche culturali, artistiche, religiose e politiche molto diverse.
Nelle opere architettoniche, negli affreschi, e dal loro stile decorativo si evince oggi una fusione di elementi di stampo greco orientale da un lato, e occidentale latino dall’altro.
Tali da rendere gli ambienti rupestri del materano unici al mondo.
L’Unesco ha riconosciuto come sito patrimonio mondiale dell’Umanità i Sassi di Matera insieme con il Parco Naturalistico delle Chiese Rupestri.
Anche se quest’ ultimo, risulta spesso meno frequentato del primo.
L’ Isolamento
Tutta l’area restava in quel periodo isolata dal resto del mondo.
Ed è tale situazione a rafforzare ancora di più il rapporto uomo natura in questa parte del mondo.
Da una vita eremitica man mano si passava alla vita in comunità, con le laure ed i cenobi.
Gli anacoreti cominciavano ad organizzarsi in comunità.
Avevano abbellito i propri ambienti di vita quotidiana, e di preghiera, con opere di pittura a fresco e tutti gli elementi utili alla pratica liturgica.
Conducevano un’esistenza semplicissima e ridotta all’essenziale.
Possiamo scorgere in molti di questi ambienti, ancora oggi, le tracce delle loro penitenze, delle preghiere, dei giacigli in pietra utilizzati per dormire.
Laure e Cenobi
Le laure erano una serie di grotte indipendenti che però ruotavano intorno alla cripta votiva, unico punto di raccolta dei singoli eremiti.
Il cenobio rappresenta architettonicamente la struttura abitativa più evoluta nella vita rupestre, dopo la laura, e sede della realtà religiosa comunitaria.
I complessi cenobitici hanno una tipologia complessa, sviluppata in base alla morfologia della roccia della murgia.
Spesso, difatti, queste strutture sono disposte su più livelli in maniera non regolare.
E’facile trovare nei pressi cisterne per la raccolta delle acque, vasi di decantazione e cappelle funerarie.
Le comunità dei religiosi fungevano anche da centro di aggregazione sociale della popolazione.
E miglioravano con la loro presenza la cultura di tutto il territorio circostante.