Cenobio di Sant’ Eustachio
L’ antico Cenobio di Sant’ Eustachio si sviluppa in cima alla rupe al in posizione nord rispetto alla chiesa della Madonna della Murgia.
Allontanandoci dalla colonna votiva che indica la presenza della Cripta della Loe si intravedono dopo alcuni metri delle scale scavate in roccia.
Seguiamo il sentiero scendendo di livello.
Ci troviamo in posizione marginale lungo lo strapiombo del Vallone.
Tra cespugli di macchia mediterranea, piante di fichi e ulivi selvatici si raggiunge un piccolo pianoro su ciglio della Gravina.
Siamo in una zona ormai poco battuta dal turismo di massa.
Numerosi sono i crolli provocati dal lente ma insistenti infiltrazioni dell’acqua piovana nella tenere rocce di calcarenite.
In questo ambiente, accovacciato sulla parete delle Gravine sorgeva uno dei complessi cenobitici più spettacolari di tutto il pianoro murgico.
Il complesso monastico
Quello di Sant’ Eustachio fu probabilmente un complesso monastico molto articolato.
Presentava diversi piani di calpestio. In cui si moltiplicavano una serie di grotte comunicanti.
Disposte a più piani come camere organizzate in ordine scrupoloso.
Oggi parte del cenobio non esiste più perché è crollata.
Ma si intravede una piccola cappella di una precedente Chiesa alla quale le stanze erano collegate.
Interni
La cripta ipogea era disposta su una pianta rettangolare e separata dalla navata centrale da due arcate.
Al suo interno si può ammirare ancora oggi un ciclo di affreschi molto interessante.
Purtroppo danneggiati da alcuni vandali e ignoranti.
Affreschi
La datazione delle pitture a fresco è riconducibile al XVIII secolo.
Nella parete del centro notiamo subito una Madonna ritratta con in braccio il Bambino.
Insieme a San Domenico e un altro santo, ignoto.
A sinistra San Pietro e San Paolo.
Anche l’altare e il catino absidale risultano affrescati.
Una croce greca dipinta sull’altare e la raffigurazione della deposizione dietro di esso.
La conversione
Sulla parete di destra guardando l’altare è dipinto su un pilastro il Santo protettore di Matera, Eustachio.
L’affresco riporta la leggenda del Prode Generale convertito al Cristianesimo.
Il guerriero romano viene dipinto sul cavallo. Dinanzi ai suoi occhi appare il cervo che gli parla in nome di Dio.
Dalle corna del cervo si scorge la Croce del Signore.
E il cavaliere Placido pone le mani in posizione di preghiera, segno della conversione al Cristianesimo.
La Chiesa Oggi
Oltre alla piccola cappella, il cenobio di Sant’ Eustachio risulta molto trasformato.
A causa dei crolli molti ambienti sono andati persi.
Tra i luoghi interni si intravedono altri piccoli altari.
Proseguendo in basso, verso il torrente, ci si fa un’idea della grandezza che un tempo doveva avere questo affascinate monastero ipogeo.
Nonostante molte pareti siano crollate, possiamo ancora osservare i numerosi piani di calpestio del romitorio.
Le contrade Sant’ Andrea e Selva Venusio sono solo per pochi !
Siamo in uno dei miei luoghi preferiti per visitare la Matera che non ti aspetti !