Chiesa rupestre di Santa Lucia alla Malve di Matera.
Chiesa di Santa Lucia alle Malve di Matera
La Chiesa Rupestre di Santa Lucia alle Malve si trova nel Sasso Caveoso.
L’antico cenobio si raggiunge dalla stradina di Vico Solitario dopo aver superato il promontorio dell’Idris sulla destra.
Storia
Il primo insediamento monastico all’interno risale all’ VIII secolo.
L’edificio religioso è stato dedicato a Santa Protettrice degli occhi, ed il nome malva probabilmente è derivato dalla presenza della pianta nell’area circostante.
Nella comunità benedettina spicca il nome della monaca Eugenia, direttrice del monastero fino al 1093.
Fu esempio di pietà e di preghiera per tutte le monache del centro fino al giorno della sua morte.
La chiesa si distingue tra le altre del materano, per la presenza di numerosi affreschi, ancora oggi ben conservati, e un impianto architettonico di pregevole fattura.
Dopo l’abbandono delle monache benedettine la cripta ha subito molti cambiamenti strutturali.
Oggi però osservandola bene possiamo risalire alla sua forma originaria.
Interni
Entrando dopo una decina di scalini ci accorgiamo subito della volta molto alta e piatta.
A destra la navata ospita 4 nicchie ed una finestra bifora che separava la sala centrale dal presbiterio.
Sulla parete laterale ammiriamo una pannello affrescato di tipologia angioina.
In alto la deposizione di Cristo in Croce, con San Nicola alla sua destra.
In basso si riconosce l’incoronazione della Vergine Maria da parte del Gesù.
Alla sua destra San Giovanni Battista e San Pietro, ed a sinistra Santo Stefano e San Lorenzo.
L’affresco è databile XIII – XIV secolo.
La pavimentazione del complesso religioso è più bassa rispetto a quella di un tempo, si deduce dai segni dei lavori ancora visibili sulle pareti.
Al centro una grande navata divisa da quella di destra da due colonne e dalla navata di sinistra da due enormi pilastri.
Si notano a sinistra dell’altare due figure dipinte a fresco con l’immagine di Santa Martire e di San Vito.
Su una colonna invece una Madonna con il Bambino.
E sul pilastro che separa la navata centrale dalla navata sinistra si trova l’immagine di San Donato con abiti bizantini richiamanti il ‘phailanion‘ e l’ ‘omophorion‘.
La parte sinistra della cripta è bellissima: presenta 8 grandi nicchie continue divise da archi a tutto sesto.
Le nicchie centrali
All’interno di due nicchie centrali sono conservati 2 affreschi magnifici: uno che raffigura la Madonna del Latte e al suo fianco l’ Arcangelo Michele.
L’immagine della Madonna che allatta suo figlio Gesù fa sicuramente riferimento ad una metodologia affrescativa del XI o XIII secolo.
Trae origine dalle Chiese bizantine e ricorda la galaktotrophousa, la Madre che allatta il figlio di Dio con il seno scoperto.
San Michele si distingue perché indossa un ‘loros’, una sciarpa in pietre preziose.
All’epoca di Bisanzio veniva utilizzata dagli imperatori in alcuni periodi dell’anno con significati simbolici.
Nello specifico quello di San Michele Arcangelo è un affresco risalente al XII secolo.
Altri affreschi rupestri sulle pareti interne riportano le figure di:
- Santa Scolastica,
- San Benedetto e
- San Giovanni Battista.
Il Cenobio oggi
Oggi gli ambienti interni del complesso rupestre delle malve non risultano più separati.
Ma guardando anche verso l’alto del soffitto possiamo notare come alcuni resti di pilastri fuoriuscivano dalla volta.
Se avete voglia di conoscere un’altro pregiato reperto dell’arte rupestre di Matera, una tappa da fare nei paraggi è la Madonna dell’ Acqua.
Posta in posizione dominante sul quartiere Caveoso si trova a livello superiore rispetto alla cripta di Santa Lucia, alcune decine di metri più a destra.