La Vaglia, mastodontica Chiesa dell’arte rupestre materana.
Chiesa Rupestre de La Vaglia: il Monastero scavato nella roccia
La Chiesa rupestre detta La Vaglia rappresenta il più imponente Complesso rupestre della periferia di Matera.
Unico nel suo genere è stata per secoli luogo di culto di riferimento delle genti del territorio.
La Vaglia
Tra le strutture monastiche più imponenti il Santuario di Santa Maria della Valle conosciuto dai materani con il nome di Madonna de La Vaglia, merita una menzione di tutto rispetto.
Fu iniziato a costruire nel duecento.
Il termine Vaglia deriva da baglia o bagliva per indicare l’Università materana con sede nell’omonima contrada.
E’ scavato in una massa di roccia calcarea ad un livello più basso di quello del suolo.
Una facciata in muratura viene cadenzata da quattro portali dove si sequenziano sedici arcatelle ogivali ritmate da lesene che terminano sui portali.
Partendo da sinistra, la lunetta del primo portale è messa in rilievo da una colonna e un cordone scolpito in una cornice a cuspide sporgente.
Nel secondo si individuano archi a tutto sesto. Il terzo invece si fregia di una lunetta decorata con motivi floreali, ed il quarto di un cordolo.
La facciata più piccola ha un rosone ottenuto da una lastra forata di forma rotonda.
La costruzione del monastero
La sua realizzazione probabilmente è da attribuirsi a Leorio da Taranto, il cui nome era un tempo scolpito sulla porta d’ingresso.
La pianta del Santuario si presenta a tre navate interne suddivise da sei enormi pilastri.
Ognuno arricchito con semicolonne sugli spigoli e capitelli a trapezio sui quali poggiano le imponenti arcate.
Le volte hanno la tipica forma a schiena d’asino, in cui quella centrale e quella di destra terminano rispettivamente con un abside arricchita di affreschi e alcuni resti di un vecchio altare.
Invece la navata sinistra termina con una parete piatta.
Cosa vedere tra le navate centrali
Vicino l’abside tra le navate del centro e quella di sinistra si incontra un ciborio con volta a crociera con costoloni su colonne.
Tramite una scala si accedeva alla cella campanaria.
Al posto delle scale restano oggi soltanto i fori nella parete.
La Chiesa fu affrescata da monsignor Carafa nel 1642 e dopo altre influenze artistiche nel 1960 fu soppressa nel 1756 per volere dell’Arcivescovo Antinori.
Le pareti sono illuminate da affreschi su tutto il perimetro interno e sulle colonne delle navate che raffigurano stemmi nobiliari, e immagini di Santi.
Uno in particolare, la Deesis del Cristo, posto alla fine della navata centrale merita una nota di rilievo.
Nell’abside viene riprodotto il Cristo Pantocratore che seduto sul trono è affiancato da Maria e San Giovanni Evangelista, insieme ad una Santa monaca e San Giacomo.
L’Ordine delle monache di Accon
Sul dipinto absidale si nota l’iscrizione S. Maria De Valle Verde, chiaro riferimento alle monache agostiniane di Accon che arrivano a Matera nel 1229 in seguito ai crociati.
L’ordine femminile fondato ad Acri, o Accon, era ispirato alla Vergine Maria e a tutti i Santi.
Sul cortile che si apre prima davanti alla facciata d’ingresso, ci sono grotte scavate nel tufo, forni, cisterne e mangiatoie per gli animali.
Altre grotte si aprono poi di fronte alla facciata minore, probabilmente altri spazi di vita quotidiana dei monaci.
Anticamente il santuario attraeva un gran numero di fedeli che provenivano dai paesi vicini per venerare una immagine sacra miracolosa.
Il nome di Santa Maria di Valle Verde ha origine dal luogo in cui fu fondato l’ordine di Acri, e probabilmente si riferisce all’icona di una Madonna ritenuta miracolosa, copia della quale si pensa sia arrivata a Matera.
In direzione Taranto sulla Statale SS 7 Appia si incontra la Grotta del Sole e il complesso di cave.
Segui gli itinerari in periferia!