La Casa Grotta di Matera è il simbolo della civiltà contadina.
Luogo di socializzazione e sopravvivenza in un contesto storico molto tormentato.
Casa Grotta Matera
Cos’ ha la Casa Grotta di speciale da attrarre i tantissimi visitatori dei Sassi.
A Matera era ed è un segno distintivo della vita e della famiglia dell’epoca.
“Una civiltà che sembra spuntata dal racconto misterioso di una fiaba orientale”.
Così l’Architetto Laureano descrive il paesaggio naturale che si delinea nelle Gravine di Matera.
Un dedalo di grotte naturali, architetture e case ipogee, cisterne e canali per la raccolta delle acque.
Tra Villaggi trincerati, masserie, palombari e chiese medievali che si confondono lungo le valli discendenti verso la città di Montescaglioso.
Nicchie scavate e in parte costruite nella roccia di tufo. Si fondono in armonia e coabitano in un nucleo urbano – naturalistico eccezionale.
La particolarità, che salta subito all’occhio del visitatore anche poco attento, è la roccia.
E con essa lo scavo, abilità tradizionale di una stirpe millenaria.
La Casa Grotta dei Sassi è quasi il simbolo culturale, storico e genetico degli abitanti dei Sassi.
Un posto semplice, umilissimo, e anche angusto per vivere, come riporta De Gasperi nelle sue citazioni post belliche.
Ma che ci tramanda un pezzo importante della realtà meridionale del “paese Italia”, negli anni passati.
Orari Visita
Gli orari per visitare la dimora storica ubicata nel Sasso Caveoso sono:
- dal 1 Marzo al 30 Ottobre dalle 10.00 alle 19.30 (tutti i giorni)
- dal 1 Novembre al 28 Febbraio 10.00 – 17.30 (tutti i giorni)
All’interno gli arredi dell’epoca erano essenziali:
- Un cassone per il grano
- Un grande comò dove riporre i panni
- La cucina
- Il Braciere
- Il tavolo al centro
- Un letto matrimoniale
- Una culla per i più piccini
- Utensili per la vita domestica delle donne
- La Cisterna per raccogliere l’acqua
- Attrezzi per lavoro contadino
- La stalla per il mulo
La Disposizione della Spazio
Non si aveva molto spazio a disposizione. E le famiglie erano spesso numerose.
All’interno di un nucleo familiare si potevano contare anche 10 0 14 figli.
Le abitazioni raggiungevano una superficie che andava dai 40 ai 70 mq.
Dove dormivano ordunque tanti figli?
I bimbi più piccoli venivano spesso messi nella culla insieme a uno o due fratellini.
Un paio potevano passare la notte nel lettone dei genitori, uno a capo e l’altro a piedi.
I più grandi dormivano su pagliericci disposti su tavoli e cassoni.
Alcuni venivano riposti nei cassetti. Si preferivano quelli più alti, dato l’alto tasso di umidità presente all’interno delle grotte.
L’Ingresso
La porta dell’ingresso era l’unica fonte di luce.
Su di essa spesso veniva ricavata una finestrella per illuminare maggiormente la zona ipogea.
Umidità
Il problema dell’umidità era motivo di molte scelte negli arredi e anche nella disposizione degli ambienti.
Ad esempio il letto matrimoniale veniva realizzato più alto per evitare il contatto con le pareti umide.
Inoltre la stalla era a stretto contatto con la zona notte dimodoché il mulo, o l’asino, riscaldasse i vani vicini.
Letto Matrimoniale
Quest’ultimo era sostenuto da due sostegni in ferro battuto che sostenevano delle assi in legno.
Su di esse venivano adagiati materassi con le foglie di granturco.
Bagno
Il bagno nelle abitazioni dei Sassi c’era. Ma non era quello che possiamo avere oggi.
C’era il cantero, in dialetto ‘U Quondr‘.
Era un vaso da notte in terracotta.
Una volta al giorno veniva portato in apposite zone per riversare i liquami.
La cucina della casa in grotta
La piccola cucina era incastrata nella pietra. Il piccolo focolare domestico aveva di solito due fornelli.
La combustione avveniva tramite la legna inserita all’interno delle cellette sottostanti.
Quando si mangiava tutti i componenti della famiglia si sedevano attorno ad un piccolo tavolo al centro dell’abitazione.
Qui veniva posto un unico piatto per tutti.
Il Braciere di una volta
Oltre che elemento decorativo il braciere era un simbolo della comunità rupestre.
I componenti di un nucleo familiare si riunivano attorno per scaldarsi, soprattutto durante l’inverno.
Era l’occasione anche per raccontare e raccontarsi. Per stare insieme anche tra parenti e amici del vicinato.
Una parte del carbone ancora caldo poteva essere utilizzato anche per riempire il monaco.
Era lo scaldaletto dell’antichità.
Aveva delle assi in legno incrociate tra loro con alla base un telaio per sistemare qualche zolletta della brace accesa.
Il telaio allontanava le lenzuola e le coperte facendo in modo che non prendessero fuoco.
Era usato molto anche dalle famiglie di alto rango che abitavano nella zona della Civita.
E dagli artigiani che vivevano nel Sasso Barisano.
Animali in casa
Oltre ai muli, asini, o cavalli, all’interno della casa grotta tipica di Matera si conviveva con altri animali.
Quali:
- Galline
- Pulcini
- Anatre
- Tacchini
- Maiali
- Cani
- Gatti
La Casa Grotta e la vita di oggi
Era un modo di vivere molto remoto.
Dove la parola privacy non si concepiva lontanamente.
C’erano problemi igienico sanitari ingenti e spesso i bambini morivano in età infantile.
I sacrifici per andare avanti erano immani.
Ma questo popolo ha saputo combattere contro ogni logica di sopravvivenza.
E nel tempo man mano si è districato tra mille problemi quotidiani.
Oggi queste antiche case grotta sono divenute musei narranti.
In cui anche le mura sembrano parlare.
Ogni ospite che la visita vive un’esperienza sensoriale. In un passato, in cui c’è molto da raccontare.
Facciamola insieme…!
Vivi la casa scavata in grotta..
😉