La città di Tursi conserva ancora molti tratti dell’antico insediamento arabo.
Ma è anche un paese ricco di religiosità e poesia.
Tursi cosa vedere
La città di Tursi con la Rabatana e il Santuario di Santa Maria d’Anglona, offre paesaggi e scorci di una storia che proviene da lontano.
Una tradizione che viene dall’oriente, e porta con sé la cultura bizantina di Costantinopoli.
Fu infatti nel 968 che venne istituita proprio qui una delle sedi di rito greco per volere del patriarca Polieucte.
Fu lui a concedere l’autorizzazione a consacrare secondo l’antico stile orientale i vescovi di Acerenza, Tricarico, Matera, Gravina e Tursi.
Nel 1110 la sede vescovile fu trasferita in un colle vicino, dove ancora oggi sorge il Santuario della Santissima Regina d’Anglona.
Così la diocesi da allora prese il nome di diocesi d’Anglona.
Successivamente nel 1545 Papa Paolo III trasferì definitivamente la cattedra diocesana nella Chiesa dell’Annunziata, e l’attuale Cattedrale.
Cattedrale dell’Annunziata
L’attuale Chiesa madre venne costruita intorno al 1400.
Nel 1546 divenne sede episcopale della diocesi di Tursi-Lagonegro, anche se negli anni seguenti subì diversi rielaborazioni.
Nell’inverno del 1988 un incendio distrusse completamente l’intero edificio che fu ricostruito negli anni successivi.
La Rabatana di Tursi
Quello della Rabatana di Tursi fu, molto probabilmente, il primo insediamento abitativo del territorio.
Il paese è circondato da strapiombi e risulta difficilmente accessibile da ogni lato.
Nel V secolo i Goti costruirono le prime case ed un castello.
Fu questo il primo centro urbano insediativo dei tursitani.
Ma nell’850, l’area fu abitata dai Saraceni, i quali lasciarono moltissime tracce della propria cultura, sia nella lingua, nei costumi, che nell’architettura locale.
Ecco perché in ricordo dei villaggi arabi i Saraceni chiamarono questi quartieri Rabatana, da Rabat o Rabhadi o Arabum.
Data la sua strategica posizione arroccata su un colle inespugnabile, anche nel 890 d.C. il borgo di Tursi continuò a ingrandirsi.
Di lì a poco, con la dominazione Bizantina, anche i Saraceni vennero allontanati dalla città.
I quartieri arabi della Rabatana diventano nell’età moderna una tappa turistica obbligata.
Questo avviene anche grazie ai versi di Albino Pierro, che fa di questi luoghi la principale ispirazione della sua poesia.
Oggi nella Rabatana si possono ancora visitare le antiche case, le strade intrecciate e capillari, e i nuclei del primo insediamento abitativo.
Il Santuario di Santa Maria d’Anglona
A poca distanza dal paese si erge il magnifico Santuario dell’Anglona di Tursi, entrato dal 1931 a far parte dei monumenti nazionali.
Nel 1999 il 17 Maggio il santuario è stato promosso a Pontifcia Basilica Minore per opera di Papa Giovanni Paolo II.
Oggi del vecchio centro abitato intorno, resta solo la basilica.
Fu eretta nel XI secolo per ingrandire una piccola Chiesa che precedentemente occupava quell’area.
Costruita tra il VII e l’VIII secolo, oggi è inglobata nell’odierna pianta del santuario e corrisponde all’attuale oratorio.
Interno
Al suo interno la Basilica è abbellita da ricchissimi affreschi, purtroppo molti andati perduti a causa di alcuni crolli nella parete nord.
Nel 1543 con Papa Paolo III cambiò in diocesi di Anglona-Tursi, mentre più tardi, nel 1976 divenne diocesi di Lagonegro-Tursi.
Anglona perse la sua importanza diventando solo una diocesi titolare.
Ogni anno dall’ 1 all’ 8 Settembre continuano a svolgersi sul colle della basilica ancora molte funzioni religiose.
Ed il Santuario continua ad essere frequentato oltre che dai fedeli anche da numerosi turisti.
La Casa di Albino Pierro
Interessante da visitare è la casa del poeta Albino Pierro.
Sita in piazza Plebiscito nel centro storico del Rione San Filippo.
Il palazzo viene chiamato in dialetto locale “U Paazze” del poeta.
I piani superiori, dopo la morte di Pierro, sono stati adibiti a biblioteca e si possono ammirare molte sue opere e poesie ancora gelosamente custodite.
Il famoso edificio, oggi, rappresenta un sito letterario che i turisti italiani ed esteri non possono fare a meno di visitare.
Le Arance di Tursi
Una piccola menzione, infine, meritano le arance di Tursi.
Terra conosciuta anche per una qualità particolare di questo agrume.
Famoso in tutti i paesi della Basilicata e fuori regione.
La tipica arancia coltivata nel comune di Tursi si chiama ‘Staccia’, una qualità che si differenzia dalle altre per la dolcezza e le dimensioni.
Esse, infatti, possono raggiungere anche 1 chilo di peso.
Cosa vedere nei dintorni:
- Aliano, e i calanchi di Levi,
- Craco, il paese deserto.