Dall’aspetto minaccioso, ma intrigante, la Chiesa del Purgatorio di Matera cresce verso l’alto, tra le pareti in tufo della sua rotonda facciata barocca.
Chiesa del Purgatorio Matera
L’affascinante Chiesa del Purgatorio di Matera puoi trovarla all’incrocio tra la via del corso e la strada San Francesco.
Un tempo, l’antica sede della comunità ecclesiastica, era ubicata nel Sasso Caveoso.
Dove oggi è visibile l’antico spazio monastico con, al livello sottostante, un piccolo palombaro per raccolta delle acque.
In questo luogo di culto i materani veneravano San Giovanni da Matera.
Data la semplicità di accesso per i fedeli, alcuni vescovi cominciarono a pensare di trasferire la Chiesa dai Sassi nella parte alta della città, la zona del Piano.
La nuova cappella nacque sull’attuale sito tra il 1726 ed il 1747.
Numerosa, poi, la manodopera impiegata, per edificarla: muratori, operai e contadini che con l’aiuto di asini e muli, si occuparono di liberare la zona dal materiale di risulta.
La popolazione materana, comunque, voleva la chiesa dedicata ai defunti, tanto che anche le confraternite laiche contribuirono esse stesse attivamente alla costruzione del santuario.
La Confraternita
Tra le tante una menzione a parte merita la confraternita della morte, che si adoperò tanto per fare in modo che il progetto venisse portato a termine.
Dal portale dell’ingresso si può vedere un’epigrafe che riporta l’anno in cui finirono i lavori, 1747.
L’intero edificio è arricchito da opere d’arte, tra cui:
- 8 tele che raffigurano il ciclo della Passione di Cristo, realizzate da Francesco Oliva,
- 3 grandi tele dell’altare, attribuite al pittore materano Vito Antonio Conversi.
- un Organo settecentesco di gran pregio risiede sulla cantoria all’ingresso in alto.
Il prospetto anteriore della basilica presenta una forma concava, con un portale e le pareti laterali adornati da un gran numero di teschi.
Matera Chiesa del Purgatorio interni
Nell’abside sono visibili in alto a destra e a sinistra, i dipinti dei due patroni della città dei Sassi, Sant’Eustachio e Madonna della Bruna.
Tutt’intorno vi sono diversi dipinti raffiguranti Cristo deriso, e scene del Purgatorio.
Come la raffigurazione alle spalle dell’altare, in cui viene ritratto San Gerardo.
Il Santo intercede con la Madonna per consentire alle anime di espiare le proprie colpe e passare in Paradiso.
La chiesetta a pianta greca è sconsacrata, e si trova lungo la via centrale dedicata a Ridola, è visitabile soprattutto durante le ore del giorno.
L’opera ecclesiale ricevette un cospicuo finanziamento grazie alla Confraternita del Purgatorio.
Come altre confraternite, quest’ultima trovava comodo stabilirsi nei centri urbani, dove i promotori delle fondazioni erano i nobili locali.
La cappella aveva lo scopo di tomba gentilizia.
Il Culto
Il culto delle anime purganti ricorda il battistero di Santa Maria del Purgatorio ad Arco di Napoli.
Quest’ultima propose per prima i temi figurativi dell’allegoria della morte presenti all’esterno e all’interno del complesso monastico.
Una similitudine che ritroviamo più tardi anche nella chiesa di Gravina.
Qui per volere della famiglia Orsini fu eretto l’edificio dedicato ai defunti che purgano la propria anima per salire nel regno dei cieli.
Sulla facciata si notano infatti due scheletri sdraiati sul timpano del portale principale a sua volta sorretto da figure di orsi, simbolo della famiglia.
La basilica materana risulta molto imponente e la più alta degli edifici nei dintorni, ancor più della Chiesa di San Francesco.
Lo stile Barocco
La sua realizzazione rappresenta la prima in stile barocco di tutta la Basilicata.
Particolare la geometria e la tipicità delle forme, che ci inducono ad assimilarla alle opere della produzione contemporanea leccese e napoletana.
Le linee, tra l’altro, ricordano gli stili seicenteschi del Borromini e Guarini.
Guardando gli interni si riconosce, inoltre, la pianta a croce greca ricorda molto la chiesetta di Santa Lucia e Martina a Roma, di Pietro Cortona.
E’ proprio la convessità del frontale che fa prevedere la spazialità interna.
La cupola non risulta visibile dal prospetto principale. Probabilmente, però, viene nascosta volutamente quasi a dare massima rilevanza alla facciata.
La Costruzione del nuovo impianto ecclesistico
La prima pietra per la costruzione dell’impianto viene gettata nel 1722, il suolo fu concesso dall’ Università.
Gli architetti previdero la parte di terra da lasciare per la strada pubblica, realizzata in seguito.
L’ingresso principale doveva essere quello della via detta stettola oscura, poi cambiato con quello che si rivolge all’attuale via Ridola.
Dai libri amministrativi redatti dalla confraternita del Purgatorio possiamo intendere, inoltre, che per la costruzione della Chiesa furono interessati numerosi operai locali.
Ma anche molti provenienti da Andria.
I maestri Bartolomeo Martimucci e Vit’Antonio Buonvino idearono il cornicione, il portale e gli elementi scolpiti sulla facciata.
Il Contuzzi ed il Casamassima realizzarono le due scale a chiocciola.
Lorenzo Sarra invece si occupò di progettare la porta grande, le finestre, la cupola e e il soffitto.
Orari apertura della Chiesa del Purgatorio
Gli orari di apertura vanno dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00 circa.
E’ chiusa il Lunedi mattina.
Possono subire, però, piccole variazioni a seconda delle stagioni invernali o estive, agli eventi o mostre al suo interno.
Se analizziamo, poi, il percorso storico ed artistico di questa meraviglia del barocco scopriamo molta vicinanza da parte del popolo.
Dedito alla venerazione delle anime purificanti.
A Matera, più che in altri luoghi, la devozione nei confronti dei defunti, destinati alla terra di mezzo, è stata molto intensa.
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